Parla il medico di Michael «Ecco il segreto della sua pelle»

di SILVIA BIZIO 6 Luglio 2009

Arnie Klein è il dermatologo che dal 1984 aveva in cura il re del pop. Secondo alcune voci, sarebbe anche il padre biologico dei suoi due figli. “Io l’ho fatto diventare bianco perché era malato” 

LOS ANGELES – “L’architetto del viso”, come lo definisce la sua amica e paziente Jo Champa, il dermatologo più famoso di Hollywood, citato da Elizabeth Taylor, Carrie Fisher e Dolly Parton, è in questi giorni uno dei medici più ricercati del panorama mediatico che circonda la morte di Michael Jackson. Arnold Klein, per gli amici Arnie, uno dei fondatori di AmFar, professore della UCLA, pioniere del botox in America, è stato il primo a diagnosticare la vitiligine di Jacko, di cui è stato il medico curante dal 1984. Da allora è diventato suo grande amico, padrino del primo figlio, Michael Prince, anche se perfino la Cnn lo indica come “il padre biologico” dei due figli avuti con Debbie Rowe che Jackson conobbe proprio nel suo studio di cui era infermiera.

Oggi Arnie Klein se ne sta recluso per sfuggire all’assalto di giornalisti e paparazzi che assediano la sua casa di Hancock Park e il suo studio di Beverly Hills dove nell’ultimo anno Michael Jackson andava anche due volte al mese per una visita medica. Martedì non andrà allo Staples Center. “Non voglio partecipare a una cosa che è diventata una follia collettiva”.

Quando vi siete conosciuti con Jackson?
“Michael è diventato mio paziente nel 1984, e come tutti sanno aveva enormi problemi medici. Aveva la vitiligine. Io sono stato il primo a diagnosticarla e l’ho aiutato nel processo di sbiancamento della pelle, necessario per renderla più omogenea, senza chiazze. Ma dovevo avere a che fare con altri medici, e di molti di loro non mi fidavo affatto”.

Che vuol dire?
“Quando uno come Michael ti racconta che c’era del personale negli altri studi medici che raccoglieva i peli che gli radevano non per buttarli via ma per venderli, sapevi che dovevi proteggerlo”.

Lei sapeva anche quello che i medici gli prescrivevano?
“Prescrivere droghe come Diprivan, o Propofol, che servono per provocare anestesia generale, solo per far dormire qualcuno, è criminale. Ero il suo medico ma sono diventato suo amico proprio perché cercavo di proteggerlo. E con Michael ho alcuni dei ricordi più belli della mia vita”.

Per esempio?
“Mi ricordo una volta a Roma, al Majestic, con Michael che firmava gli asciugamani e poi li buttava dal balcone alla folla sotto per farla felice. O una notte a Parigi a Eurodisney con il figlio di Charlie Chaplin: il parco era chiuso e loro due si rincorrevano, uno con la camminata di Charlie Chaplin, l’altro con il “moonwalk”. Adorava andare a Disneyland, ci sarebbe andato tutti i giorni. Quest’uomo non ha mai avuto un’infanzia, non è mai cresciuto”.

Lei ha detto di non aver mai creduto alle accuse che gli erano state fatte di pedofolia.
“Nemmeno un secondo. Michael amava i bambini. E infatti il primo bambino che lo aveva accusato di molestie ha poi ammesso che era un’invenzione del padre che voleva scrivere una sceneggiatura… Tutti i bambini vogliono dormire a letto con i genitori. Michael glielo faceva fare”.

Lei è il padrino di uno dei suoi figli?
“Non sono il padre, se è questo che vuol sapere”.

No, il padrino…
“Ah, sì e Macauley Culkin è il padrino della bimba. E sono i bambini più carini che io abbia mai conosciuto. Perché Michael li copriva coi veli? Non voleva farli riconoscere, lo faceva per proteggerli, non per altri motivi. Sono bambini educati e intelligenti. Il grande legge già libri scientifici; Paris ha molto talento, potrebbe diventare una grande ballerina. Lo diceva anche Michael”.

Lei aveva approvato la scelta di Jackson di diventare padre?

“Sì perché era la cosa che più desiderava al mondo. Ho appena rivisto Debbie e pur non conoscendo le sue intenzioni l’unica cosa che le ho chiesto è di trattare bene i bambini in futuro”.

Pensa che sia sincera quando dice che ora rivuole i figli?
“Che Debbie prenda i bambini o meno, ha tutti i diritti di partecipare alla loro crescita e educazione”.

C’è qualcosa che non le piace dello spettacolo mediatico di questi giorni?
“Mi irrita sentir parlare personaggi come il reverendo Al Sharpton e Jesse Jackson, tutta gente che prima diceva cose terribili alle sue spalle, tant’è vero che Michael non voleva più vederli. Ora invece stanno tutti intorno al padre Joe, per farsi pubblicità”.

Cosa ricorda del rapporto di Michael con i fratelli che ha escluso dal testamento, per esempio LaToya o Janet?
“Non l’ho mai visto con la sua famiglia. So che parlava molto con Janet, l’amava molto, Janet deve molto a lui, e amava molto la madre. Non posso parlare del suo rapporto con suo padre, perché suo padre lo prendeva sempre in giro, da quando era piccolo. Io dico, se hai un tesoro in famiglia, perché prenderlo in giro? “.

Nell’ultimo anno quando Michael è tornato a trovarla è stato per ragioni mediche?

“Si, come ogni ballerino era straordinariamente magro, al rischio di anoressia. C’erano tante cose che dovevamo fare, anche per la sua faccia. Veniva ogni due settimane e si fermava anche per ore, incontrava Jo Champa, Anjelica Huston, mie clienti e amiche, mangiavano insieme, parlavano. Mi pareva tranquillo”.

Fonte: repubblica.it